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Insieme alle più numerose lettere latine, le lettere greche di Marco Aurelio Frontone, maestro dell'imperatore Marco Aurelio, sono conservate in un palinsesto diviso tra la Biblioteca Ambrosiana e la Biblioteca Vaticana. Fu Angelo Mai a scoprirlo e a farne una trascrizione oggi particolarmente preziosa perché antecedente all'utilizzo dell'acido gallico che, impiegato per facilitare la lettura della scrittura inferiore, degradò in modo irreparabile la pergamena. Castelli, partendo dalla versione Mai e da una revisione diretta di questi materiali - la prima dalla prima metà del Novecento - ne dà una nuova edizione critica, corredata di traduzione e note filologiche, e accompagnata da una trattazione complessiva degli aspetti retorico-letterari della lingua greca da parte dell'intellettuale latino, che se ne servì nella formazione retorica del suo discepolo, oltre per comunicare con l'ellenofila corte imperiale.